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Risonanze...
di Massimo Di Gesu


Degno corollario della breve quanto pregevole ed apprezzata rassegna chitarristica "Note nel Parco", il concerto di domenica 18 maggio presso la Sala delle Colonne della Villa Mirabello ha offerto al solitamente nutrito pubblico una panoramica sulle possibilità espressive dello strumento quali si sono sviluppate in un'ampia arcata storica compresa tra il XVIII secolo e la metà del XX.
Infatti, dalle nobili sonorità del barocco di Weiss fino ai visionari approdi del connubio Castelnuovo-Tedesco/Goya, la chitarra di Gianluca Maccarrone ha dispensato una ricca antologia di messaggi (variegati per tempera espressiva e densità linguistica) che si vivificavano in palpabili emozioni nel rapporto con un uditorio rivelatosi quantomai ricettivo e simpateticamente duttile.

Ad inaugurare l'evento è stata la Fantasie N° 9 di Silvius Leopold Weiss: un elegante florilegio di episodi/esplorazioni tecniche ed espressive che incarnano l'aspetto più vitalistico dell'esuberanza barocca.
Il giovane Gianluca Maccarrone, dall'autorevole biografia professionale già adornata da svariati allori sia in ambito accademico che artistico, ha poi proseguito il suo viaggio nel settecento germanico con J. S. Bach , di cui ha proposto un'accurata lettura della Sonata BWV 1003 (trascrizione dall'originale per violino solo). In questo caso all'apprezzamento del pubblico è stato prodigato un raffinato esempio di alto magistero di scrittura in cui ogni stilema (dal vigore dei 'recitanti' profili melodici, alle immaginifiche virtualità strumentali delle stratificazioni contrappuntistiche) non solo si rivelava perfettamente adeguato al nuovo medium, ma conservava dell'originale versione violinistica la soggiogante pregnanza e 'costruttività' drammaturgica di cui è così sagacemente funzione.

La seconda parte del programma è stata invece dedicata dal solista catanese a due dei protagonisti della letteratura moderna per chitarra (nonché fra gli artefici di un nuovo rigoglio dello strumento dopo il periodo di parziale eclisse subito nel XIX secolo).
Del messicano Manuel Maria Ponce è stata eseguita la Sonata III, tipico prodotto del laboratorio di uno dei più assidui collaboratori di Andrés Segovia, ovvero rilucente di un virtuosismo tecnico che, qui più che mai, ricusa gigionesche esibizioni per indugiare nelle intime espansioni di un arcobaleno espressivo di rara finezza.
Il caloroso consenso suscitato dall'interpretazione di G. Maccarrone conduce all'esecuzione dei Capriccio N° 13 e N° 18 op.195 di Castelnuovo-Tedesco : due gemme scaturite dall'ammirazione del compositore italiano per le acqueforti di Goya, e che del pittore riflettono la vigoria del tratto ed il dinamismo formale che ne plasma con icasticità le febbrili visioni.
Ne sono state prova anche le acclamazioni del pubblico che hanno accolto i due brani in questione, e che hanno sollecitato l'applaudito chitarrista a far nuovamente risuonare la Sala delle Colonne dell'appena citato Capriccio N° 13 dal titolo "Quién mas rendido"...

... Ma, in conclusione di questa rassegna, quelle manifestazioni di plauso sollecitano anche altre 'risonanze', in quanto, parafrasando il Goya riverberato in Castelnuovo-Tedesco, "chi più del devoto" pubblico di 'Note al Parco' merita che il festoso entusiasmo dei propri applausi si rinnovi in quello suscitato da una prossima stagione di simili eventi?
Pregustando quindi l'edizione 2004 di questa rassegna, giungano per ora i migliori complimenti ed auguri di prospera attività al Comitato per il Parco che a questa meritoria iniziativa ha dato vita con tanto feconda dedizione.

Massimo Di Gesu



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  23 maggio 2003